lunedì 3 marzo 2008

No country for old men (?)

Alur... come i più sapranno sono già in Italia da tre giorni... il mio progetto di studi Francese è fisicamente concluso (anche se burocraticamente sarò studente Parigino fino a Giugno)... e quindi sembrerebbe un po' andato anche il "compito" di questo blog.
Non so ancora se e come continuerò a scrivere on line delle mie faccende... intanto voglio salutarvi con questo ultimo post da studente Parigino.

Come immaginavo ci sono tante, troppe cose che restano di un periodo come quello che mi sono spolverato dietro... luoghi, esperienze, certamente persone... da questa seconda, straordinaria, pelle che ogni viaggio importante lascia addosso, voglio ritagliare un ambiente, parlarvi di uno spazio, non più o meno importante di altri, ma ancora vivo in me, forse perché l'ho scoperto solo nelle ultime settimane.

Shakespeare and Co. è una biblioteca, una libreria, ma è soprattutto l'abitazione di George Whitman, 91enne proprietario e spirito ancestrale di quello che è diventato il mio luogo di culto...

1 / Turisti, parigini in culturando e curiosi di ogni sorta riempiono il piano terra, micro-libreria con una gran selezione di capolavori, frutto di una mente superiore: quando il commercio diventa bene-ficienza...
Io ci sono entrato per un motivo "banale": l'amico Gabberwocky cercava da giorni un piano su cui esercitare il suo credo jazz senza dover pagar pegno. Qui, fatto strano a Paris, lo lasciavano strimpellare.
Sono passato di lì per avvisarlo di una serata e per buttar giù un po' di correzioni alla solita, eterna, sceneggiatura... Accanto al piano, dei vecchi sedili da cinema e un cancelletto che vieta l'ingresso ai non addetti. Dietro, scale a chiocciola.
Scelgo i sedili e il pomeriggio scorre tranquillo tra un personaggio che finalmente prende la strada giusta e la comparsa, proprio davanti a me, di un catalogo che cercavo da almeno due anni. Finalmente avrò la copertina per il mio libro.

2 / Due, tre altre puntatine limitate al piano terra... Poi mi chiedo come mai così tanta gente sale le scale... e intuisco che qui il concetto di "addetto ai lavori" ha un che di innovativo... salgo senza farmi troppi problemi ed è il bordello. Il secondo piano è pieno di giovini apprendisti scrittori. Il vecchio proprietario permette loro di vivere e dormire nel locale a patto che loro lavorino per qualche ora in libreria... E non solo... reading, incontri, presentazioni, il tutto organizzato "in famiglia", con l'amore per la letteratura come unico principio base! Quant'èvveroiddio tra i venti-trentenni che conosco non ho mai visto un'apertura mentale del genere. Letti e divani occupano quel poco pavimento che i vecchi scaffali lasciano liberi. Alle pareti, classici di ogni epoca, molti dei quali autografati dagli autori... e la sensazione è che nessuno potrà mai neppure pensare di rubarli... perché quello è il piano degli addetti ai lavori... addetti ai lavori che hanno scelto di essere tali, senza assunzioni o deleghe... solo con la volontà di sentirsi a casa là dentro... e non ci sono parole per descrivere il piacere di quest'appartenenza...

3 / Il vecchio folletto abita al terzo piano, nel suo buco privato: un letto, degli abiti ed il suo "museo privato", zeppo di foto che lo ritraggono con i più impensabili letterati del nostro secolo... Se mai doveste passare per Parigi, andatelo a trovare... e non stupitevi se, senza avervi mai visto, vi metterà in mano le chiavi di casa sua... c'è (o c'era?) gente che va molto oltre quello che possiamo immaginare... che ci sia ancora un paese per vecchi?