martedì 4 maggio 2010

Un sacco di roba in tanto poco tempo

Ancora mi stupisco di come, dopo anni, il legame con una ragazza possa restarmi addosso, come se non ci fosse stato altro.
E non è neppure più abitudine, che nell'entropia degli ultimi tempi, ormai non posso più dirmi abituato a niente a cui si possa dare un nome, di cui si possa ritrovare la forma o il sapore in un libro.

In questa risacca di trasferimenti e permanenze di sensazioni che ancora mi resta incomprensibile, voglio e devo dare importanza al compleanno di quello che è rimasto uno dei miei più grandi amici... che è oggi, e che, in una certa maniera, resta una radice. E poi mi ricordo degli altri, che gli anni li compiono a breve... e di quelli che li compiranno più spesso di me.

Perché in tutto questo voler saltare il fosso ho fatto una quantità di cazzate di cui riderò (o piangerò) per ore a una certa età... Di certo me ne resteranno addosso i segni, ma le amicizie vere, come quelle del primo Maggio passato qualche giorno fa, prima di perdere i sensi (oibò), mi sembreranno ancora fondamentali.

Sono un gran testa di cazzo... e ancora non capisco se devo esser più coerente alle idee o alle persone, che le idee, quando le segui, ti portano lontanissimo, almeno alcune... E sembrano così insostenibili per un corpo umano, che ne paghi sempre le conseguenze. Così le storie di uomini a pezzi, nel corpo e nell'anima, di tutta quella narrativa postmoderna in cui tanto mi ritrovo, quelle storie ritornano attuali, ancora... e ancora...
Probabilmente saranno le persone a salvarmi, le persone con le idee però, le persone con cui potrò condividere i miei sogni, che se mi porteranno lontano, ci sarà sempre qualcuno con cui farsi una, due, tre bevute.
Per scordare le cazzate, per scordare, forse, di aver lasciato andare persone che non avrei dovuto lasciar andare... Per scordare le sconfitte patite senza capir bene come avrei dovuto combattere per portarle in vittorie.

Se penso a quante ancora potremo farne, mi sento un bambino.