lunedì 12 novembre 2007

Il grande e il piccolo

Il Piccolo Vi avevo già parlato della sensazione di benessere che mi avevano dato le prime lezioni qui a Parigi... la libertà di esprimersi... il piacere di una riflessione reale, accompagnata da un insegnante che non è sempre sul punto di dire qual'è la Vera soluzione alla questione, l'interpretazione oggettiva... ma si sforza davvero di capire ogni volta... e si sorprende al profilarsi di nuove, possibili interpretazioni... Come la settimana scorsa, a lezione di Realizzazione documentaristica... Abbiamo visto uno dei primi film legati al "cinema-verità", diciamo gli antenati del documentario moderno... Un bellissimo contributo su Bob Dylan, realizzato da tale Pennebaker, un pioniere del genere... Terminato il film è partito il dibattito... con il docente in veste di moderatore, e non giudice... compagno di pensiero e non sovrapposto gerarchico... un collega di cui fidarsi insomma... con una grande cultura, ma ancora intatta la voglia di scoprire.
Questo elemento, comune finora a tutti i miei insegnanti Transalpini, mi stimola... continua a stimolarmi... ad assecondare un modo di essere che ho sempre avuto in me, ma che difficilmente ho potuto esprimere nel nostro preistorico sistema didattico...
Beh... all'inizio della discussione, col mio francese incerto, ho dato un mio contributo alla riflessione... un'idea personale su come nel film fossero importanti i momenti che mostrano Dylan come ascoltatore musicale... anziché come esecutore... non sto a spiegarvi nel dettaglio... Ma il bello è che della mia idea, distante da quella del resto della classe, si è parlato... si è parlato sul serio... senza imporre e imporsi che dovesse essere sbagliata perché in minoranza... e dopo un lungo confronto, aperto e costruttivo, il professore ha integrato la sua vecchia idea con il mio spunto... ed io ho ampliato e contestualizzato l'intuizione che avevo avuto.
E davvero, dopo averne sempre parlato tanto, posso dire di aver vissuto un momento di vero confronto produttivo... e per un utopista come me, è fantastico rendersi conto che quella piccola cosa in cui credevi solo teoricamente, da qualche parte del mondo è già realtà.


Il Grande Più di mille ragazzi, riuniti in cerchio. Ed io con loro. Oggi gli studenti dell'università Paris 8 - Saint Denis, si sono riuniti per votare sulla possibilità di occupare l'ateneo, contro la riforma universitaria proposta dal governo Sarkozy. Come hanno fatto e stanno facendo la maggior parte delle università Francesi. Il progetto di legge si propone di dimezzare i consigli direttivi delle università e dare tutto il potere in mano a un presidente-manager. In un paio d'anni, ogni ateneo dovrà approntarsi ad essere privatizzato e autonomizzato... in prospettiva di essere messo in concorrenza con gli altri... Università come aziende. Laureati e ricercatori come merci in vendita.

L'occupazione è passata all'unanimità... e nell'unanimità c'è stato anche il mio voto. Qualcosa di grande, una decisione collettiva... una prima pagina di quotidiano e un eco internazionale... Ma mi piace pensare che in quel calderone ci sono tante piccole esperienze, tanti piccoli gruppi di discussione... tanti amanti della riflessione, del pensiero, della Cultura nella sua accezione più nobile, che si rifiutano di cedere a quello che ci ostiniamo a chiamare progresso... Perché il tempo del confronto, della riflessione, non è e non è mai stato cosiderato "competitivo" per questo sistema... Perché uno come me, quando ha voglia di pensare un po', può solo aspettarsi di esser considerato un folle... improduttivo... inutile... al massimo divertente, fonte di intrattenimento...
Non è uno sfogo personale, è solo un modo di dire che spesso e quasi sempre è meglio analizzare bene il grande per notare che dentro c'è una moltitudine di piccoli... che fanno delle scelte motivate e profonde per quella che è la loro esperienza...
E questo anche per dirvi che se da domani picchetterò la mia facoltà con tenda e sacco a pelo, in fondo il motivo va un po' più in là dell'esperienza fine a sé stessa...

PS: Beh... poi è ovvio... tutto questo nella città del '68 fa un certo effetto HEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!